L'umanesimo fiorentino fu un "umanesimo civile", che ebbe cioè una matrice cittadina e la vocazione "secolare" di una cultura, quale è appunto quella fiorentina del Quattrocento, che nega al dotto il diritto alla solitudine e alla segregazione e gli impone di vivere in mezzo al consorzio umano, e che afferma il primato della vita attiva su quella contemplativa.